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Il lavoro che Rivette ha intrapreso sull'opera di Balzac decisamente non puo' essere definito un adattamento. Allo stesso modo il cinema di Rivette non puo' essere definito, mai, in nessun caso, come "codificato", nonostante il ricco rapporto che tutti i suoi film instaurano con la letteratura, la pittura, la storia. Il cinema di Rivette è selvaggio, diretto, finalizzato a uscire dal codice; paradossalmente La duchessa di Langeais è esente da qualsiasi gioco di codici o tra codici: è una violenza contro i codici di seduzione tra uomo e donna e di adattazione tra letteratura e cinema. Jeanne Balibar e Guillaume Depardieu formano un duo perfetto --lei la testa, lui il corpo-, divergente e asincrono; e nessun casting è stato fatto per il film, è piuttosto il romanzo che è stato scelto in funzione degli attori: rovesciamento totale della logica dell'adattamento.
maria guidone |
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