| le marionette dai piccoli cuori
Coeurs
di Alain Resnais
Francia, 2006
Produzione Bruno Pesery
2h05
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La leggerezza, la semplicità, l'ironia sono le cifre inconconfondibili del cinema di Resnais, che nel suo ultimo film gioca ancora a far muovere marionette, si diverte a movrare, con i suoi fili sottili, dei piccoli cuori meccanici che hanno come sola possibile funzione quella di battere o di non battere più. Due possibilità, una sola scelta: questa è la struttura di Coeurs, giocata sul due, sul dialogo, sullo scambio tra due personaggi soli -come del resto gran parte dell'ultimo cinema di Resnais: Laura Morante e Lambert Wilson cercano un appartamento e si accorgono che la loro storia è finita, André Dussolier vive con sua sorella Isabelle Carré, Pierre Arditi con suo padre, Sabine Azéma gioca il doppio ruolo, entrando in due case diverse sotto maschere diverse.
In una Parigi contemporanea, una banlieu chic e glaciale, una Tour Eiffel tra le nuvole, una Bercy ricostruita con un modellino che le rende perfettamente la sua estetica e il suo valore sociale, tutte queste coppie domestiche si sfiorano, non si incontrano, si fanno male, mentre la neve scende, appanna, alleggerisce, scherma... come il tempo. Resnais firma l'opera del post-nouvelle vague: Parigi è sempre lì, ma si è trasformata, il tempo-neve è passato e continua a passare, e i personaggi del cinema francese sono vecchi, non si amano più, si cercano e non si trovano, scoprono che non c'è più desiderio tra loro, e si sognano soltanto (il personaggio più giovane, interpretato da Isabelle Carré, non fa che sognare, senza vivere). La neve-tempo continua a cadere, e bisogna imparare a finire; Parigi continua a trasformarsi e ad espandersi, e bisogna abbandonare il centro nostalgico, andare in banlieu (non è un caso che André Dussolier sia un agente immobiliare e che Laura Morante sia alla ricerca di un appartamento nel quartiere).
Laura Morante dice a Lambert Wilson: "Avant, rien que de savoir que j'allais te voir, mon coeur bondissait dans ma poitrine, il chantait; maintenant il est tout petit" ("Prima, il solo pensiero che ti avrei incontrato mi faceva saltare il cuore in petto, lo faceva cantare; ora è così piccolo..."). Prima i cuori cantavano, e i personaggi di Resnais anche; ora i cuori non cantano più, e i personaggi nemmeno. Ma il film, l'intero film di Resnais, canta ancora; Coeurs canta la morte del desiderio: il sesso è triste, triviale, grottesco, ma Resnais lo racconta con leggerezza, mostrando dei personaggi che tentano di restare giovani, di rimanere figli, e dichiarando con eleganza che gli schermi non fanno che raddoppiarsi (neve, vetri, reti, paraventi, tende di perline...), che la nouvelle vague è finita, che gli amici sono morti e che il sesso non può che ridursi ormai a fantasia perversa.
maria guidone
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