duplice indifferenza

The departed
di Martin Scorsese
Stati Uniti, 2006
Produzione B. Pitt, B. Grey, G. Nunari
1h58

Scorsese ci ha abituati a riflessioni memorabili sull'Uomo, la Storia e il Cinema, lasciandoci monumenti universali dell'arte del XX secolo. Nelle ultime sue produzioni le sue ali sono un po' spuntate: la ricerca di effetti fini a se stessi ha reso più barocchi i suoi vorticosi movimenti di macchina, un tempo sempre funzionali ed espresivi; il tentativo di compiacere pubblico e industria ha prodotto risultati a volte al di sotto delle aspettative, a volte sinceramente deludenti, come clamorosamente con Aviator, tentativo goffo di rifare Citizen Kane in chiave spettacolare. Con The Departed si è immerso nel mondo che conosce meglio, sia dal punto di vista artistico che esistenziale, la malavita italo-americana dei sobborghi metropolitani. Il dittico capolavoro Good Fellas/Casino è lontano anni luce, ma il risultato è godibile e apprezzabile, con qualche zampata da maestro: certo il film non affronta con la dovuta profondità i temi cardine, l'ambiguità bene-male, e la corruzione del sistema, e tutto si risolve grosso modo in un giocattolo molto ben confezionato, in una sequela di colpi di scena che alla fine risulta un po' stanca, in una grande prova d'attori, tra cui val la pena segnalare Di Caprio. E l'ultimo movimento di macchina, con l'inquadratura del Palazzo, tipicamente scorsesiana, risulta poco più che un'autocitazione: rivedere Las Vegas / Disneyland di Casinò, o il finale dell'Età dell'Innocenza, o la stessa nascita dal sangue di New York in Gangs of New York (per altriversi deludente), sortisce altri effetti. Eppure almeno la prima parte dell'opera lascia inchiodati alla sedia, il nastro sonoro di sottofondo pressoché ininterrotto, peculiarità del regista, è come sempre efficace, e alla fine si esce con la sensazione di aver assistito a un lavoro un po' decorativo, ma di classe.

beppe pascale