acqua e vetro

Le luci della sera
di Aki Kaurismäki
Finlandia, Garmania, Francia, 2006
Produzione BIM
1h20

Quando volontà e destino si alleano i risultati possono essere drammaticamente melò, ovvero splendidamente noir e lunari: avere a che fare con uno dei pochi maestri degni di questo nome ancora in attività rende ogni sperienza visiva acuta e penetrante. Questa volta Kaurismäki aumenta la dose di cupezza e riduce, pur senza rinunciare del tutto, l'ironia grottesca. Il protagonista, vittima di una società consumistica, guardia notturna di un grande magazzino, sceglie di essere vittima di un gioco letterario: un classico schema del noir, femme fatale con tanto di gangster che incastrano un onest'uomo, viene ribaltato con una semplice ma efficacissima variazione, la volontà appunto. Il protagonista si lascia incastrare consapevolmente, a far risaltare tutto il sordido esistenziale della sua, della nostra, vita: noir si vena di tragedia greca, ma neanche il titanismo riscatta questo personaggio, perché esso rimane vittima della sua solitudine e delle sue scelte dall'inizio alla fine.

Un impianto di questo tipo, in questa rivisitazione di Dostoïevski senza assoluzione finale e senza bagaglio metafisico, viene ingabbiato dal maestro in una veste formale perfetta, come di consueto, rigorosa: giochi di luce raffinatissimi, campi lunghi in cui protagonisti sono solo le illuminazioni di un chiosco, alternanza di toni sapiente, effeti di straniamento che ricordano Buster Keaton. Geniale, e cinema.

beppe pascale