Verranno a chiederti del nostro amore

(Fabrizio De Andrè)

Quando, in anticipo sul tuo stupore,
verranno a crederti del nostro amore,
a quella gente consumata nel farsi dar retta
un amore così lungo
tu non darglielo in fretta.
Non spalancare le labbra ad un ingorgo di parole,
le tue labbra così frenate nelle fantasie dell'amore,
dopo l'amore così sicure a rifugiarsi nei "sempre",
nell'ipocrisia dei "mai".
Non sono riuscito a cambiarti,
non mi hai cambiato, lo sai.

E dietro ai microfoni porteranno uno specchio
per farti più bella e pesarmi già vecchio.
Tu regalagli un trucco che con me non portavi
e loro si stupiranno
che tu non mi bastavi.
Digli pure che il potere io l'ho scagliato dalle mani,
dove l'amore non era adulto e ti lasciavo graffi sui seni,
per ritornare dopo l'amore
alle carenze dell'amore,
era facile ormai...
Non sei riuscita a cambiarmi,
non ti ho cambiata, lo sai.

Digli che i tuoi occhi me li han ridati sempre
come fiori regalati a maggio e restituiti in novembre,
i tuoi occhi come vuoti a rendere per chi ti ha dato lavoro,
i tuoi occhi assunti da tre anni,
i tuoi occhi per loro,
ormai buoni per setacciare spiagge con la scusa del corallo
o per buttarsi in un cinema con una pietra al collo,
e troppo stanchi per non vergognarsi di confessarlo nei miei,
proprio identici ai tuoi...
Sono riusciti a cambiarci,
ci son riusciti, lo sai.

Ma senza che gli altri non ne sappiano niente,
dimmi, senza un programma, dimmi, come ci si sente...
Continuerai ad ammirarti tanto da volerti portare al dito,
farai l'amore per amore
o per avercelo garantito?
Andrai a vivere con Alice che si fa il whisky distillando fiori?
O con un Casanova che ti promette di presentarti ai genitori?
O resterai più semplicemente dove un attimo vale un altro
senza chiederti come mai?
Continuerai a farti scegliere
o finalmente sceglierai?